Il Cloud Computing rappresenta oggi una grossa risorsa per le aziende e per comprenderne appieno il valore è necessario analizzarne le fondamenta tecnologiche.
È infatti un paradigma di business nuovo a tutti gli effetti, che offre opportunità e vantaggi rivoluzionari rispetto alla gestione dei sistemi tradizionale.
Non a caso il cloud in Italia è sempre più diffuso. Vediamo in questo articolo in cosa consiste, quali tipologie esistono e tutti i modelli di servizio disponibili.
Indice dei contenuti
Cos’è il Cloud Computing?
Il Cloud Computing è l’erogazione di servizi – richiesti da un’azienda cliente – attraverso la rete Internet e quindi accessibili on-demand e in modalità self-service.
Questi servizi consentono di utilizzare determinate risorse – come storage, server, networking, database, trasmissione dati, applicazioni e intelligence – preesistenti, configurabili e disponibili in remoto sotto forma di architettura distribuita.
Si paga quindi in base al consumo e non più in base al possesso e si ha accesso alle tecnologie tramite un canone di servizio, risparmiando sull’acquisto di hardware e software e sulle spese di configurazione, gestione e manutenzione.
Il Cloud Computing è quindi una nuova opportunità grazie al quale le aziende possono sfruttare la logica pay-per-use passando da spese in conto capitale a spese operative, ossia necessarie per gestire un prodotto o un servizio.
Perchè il Cloud è importante per le aziende
Una risorsa divenuta indispensabile per centinaia di aziende in tutto il mondo: il cloud computing ha saputo ottimizzare le performance e il rendimento di servizi database, server, reti e software. Il cloud computing collega tutti questi servizi, rendendoli accessibili mediante Internet.
È questo che trasforma il cloud computing in una risorsa ormai essenziale per la totalità delle imprese, che possono quindi accedere ad applicazioni e software in qualsiasi momento, da qualsiasi luogo.
I programmi, ospitati da un server esterno, si trovano nel cloud. Le aziende non dovranno gestire gli aspetti tecnici (potenza e manutenzione del server) pur potendo utilizzare le funzioni delle applicazioni in modo completo.
Il cloud consente alle aziende di implementare facilmente soluzioni di backup grazie alla sua flessibilità e scalabilità.
L’importanza del cloud backup deriva dalla capacità di offrire un accesso remoto e consentire il ripristino rapido in caso di perdita o danneggiamento dei dati aziendali.
Quanti tipi di cloud computing esistono? Quali sono i principali modelli di servizio e le innovazioni del cloud computing? Scopriamo di più in questo approfondimento.
Modelli di servizio del cloud
I servizi cloud, ospitati in hosting presso provider esterni, permettono all’utente di utilizzare software, piattaforme e infrastrutture mediante l’impiego di Internet. Generalmente, sono cinque le categorie di soluzioni as-a-Service: Iaas, PaaS, SaaS, XaaS, DaaS.
Tutti i modelli di servizio prevedono un flusso di dati da client front-end a sistemi del provider (mediante Internet) e viceversa. Scopriamo le differenze tra i tipi di cloud computing e valutiamo le principali soluzioni as-a-Service.
Infrastructure as a Service (IaaS)
Il provider gestisce l’infrastruttura in outsourcing, composta dalla rete, dai server fisici, da virtualizzazione e storage dei dati, mediante la connessione Internet. L’utente può accedere all’infrastruttura tramite API o dashboard, gestendo tutte le operazioni di sistema, il middleware e le app.
Il provider gestisce l’hardware, la connettività di rete, i server e i dischi rigidi, occupandosi della risoluzione di eventuali disservizi, di problematiche legate all’hardware o delle necessarie riparazioni. Tale modello di deployment dei provider, disponibile al noleggio per l’utente finale, è tipicamente utilizzato per il cloud storage.
Platform as a Service (PaaS)
Le soluzioni PaaS prevedono, invece, una gestione completa da parte del provider dell’hardware e della piattaforma del software applicativo. Il provider mette a disposizione dell’utente questa piattaforma, che si occupa di gestire le app eseguite e i dati utilizzati da queste ultime.
Questa soluzione di cloud computing è stata strutturata per poter soddisfare le esigenze di programmatori e sviluppatori, in quanto PaaS mette a loro disposizione una piattaforma cloud condivisa per la gestione e lo sviluppo delle applicazioni. Questo fattore, particolarmente utile per i task DevOps, elimina l’esigenza di creare un’infrastruttura dedicata ai processi operativi.
Software as a Service (SaaS)
Nel caso del modello SaaS, il provider fornisce un’applicazione software su cloud, accessibile tramite browser. In genere, le applicazioni SaaS possono essere sia web che mobili e l’utente può accedervi mediante una dashboard oppure un’API. L’utente si occuperà degli aggiornamenti del software, della risoluzione dei bug e di altre attività correlate di manutenzione del software.
Il vantaggio del servizio SaaS per l’utente è quello di eliminare del tutto l’esigenza di installare un’applicazione presso il singolo computer locale, garantendo allo stesso tempo la possibilità di accedere a questa app tramite Internet, a livello di team, di singolo o di gruppo.
Everything as a Service (XaaS)
Il quarto dei tipi di cloud computing, chiamato anche Anything as a Service, può comprendere una grande quantità di strumenti, tecnologie e prodotti. Trattasi di un modello di recente costruzione, che sta conquistando sempre maggiori consensi.
In questo caso, il provider fornisce una serie di servizi in modalità cloud e l’utente può accedervi da remoto, mediante Internet. Qualsiasi funzione IT può essere trasferita in cloud, a seconda delle esigenze. Il servizio può avere un costo flessibile, può richiedere un acquisto anticipato oppure una licenza.
Tra i principali vantaggi di XaaS vi è un netto miglioramento del modello di spesa, lo sviluppo di nuovi processi di business e la possibilità di ottimizzare il funzionamento delle nuove applicazioni. Inoltre, le risorse IT possono essere trasformate in progetti di estremo valore grazie alla gamma di servizi offerti dal modello XaaS.
Desktop as a Service (DaaS)
L’ultimo dei tipi di cloud computing è strettamente connesso alla virtualizzazione dei desktop. Il servizio DaaS, infatti, è stato progettato a partire dalle tecnologie di deduplicazione che impiegano gli hypervisor. Questa tecnica consente l’esecuzione di più macchine virtuali ospitate presso un unico computer, chiamato host.
Ciò permette di memorizzare la configurazione del sistema operativo del pc come uno snapshot. In questo modo è possibile avere a disposizione un numero molto alto di desktop virtuali, su più postazioni e senza l’esigenza di configurazioni manuali o lunghe procedure di installazione.
Il provider fornisce questi desktop virtuali all’utente, gestendo il back-end in termini di backup, manutenzione, cloud storage dei dati e aggiornamenti.
Principali tipi di cloud computing
L’universo del cloud computing è in continuo mutamento: la variazione delle esigenze degli utenti spinge i cloud provider a progettare e sviluppare soluzioni di ultima generazione, in grado di offrire pacchetti completi, agili e scalabili ai clienti.
Ogni tipo di cloud è diverso dagli altri, non esistono due cloud identici l’uno all’altro, seppur ascrivibili alla medesima tipologia. Non è possibile impiegare due servizi cloud per ottenere le medesime prestazioni: anche per questo, la scelta del tipo di cloud non è semplice e va intrapresa con la massima attenzione.
Ogni cloud organizza le risorse all’interno di un ambiente di elaborazione, strutturando un pool che viene quindi condiviso in rete. Tutte le tipologie di cloud permettono di eseguire grandi carichi di lavoro nel sistema. Generalmente, ogni cloud condivide una combinazione di tecnologie: piattaforma di gestione, sistema operativo e interfacce di programmazione delle applicazioni (API).
Sono tre i principali tipi di cloud computing: valutarne le differenze e le similitudini può contribuire a comprendere quale tipologia è la più indicata alle proprie esigenze. A seconda del contesto e delle necessità, una volta scelto il tipo di cloud è possibile aggiungere software di automazione o virtualizzazione. Scopriamo caratteristiche e differenze tra cloud privato, cloud pubblico, cloud ibrido.
Cloud pubblico
Un cloud pubblico, generalmente, si basa su un’infrastruttura IT non appartenente all’utente, eseguita off premise. Nonostante ciò, molti provider di cloud pubblico, al giorno d’oggi, eseguono servizi di cloud pubblico direttamente nei data center on premise del cliente (ciò elimina la distinzione tra titolarità e ubicazione).
Nel cloud pubblico viene impiega un’infrastruttura che può essere condivisa tra più di un’organizzazione (a differenza del cloud privato, che invece utilizza un’infrastruttura dedicata alla singola azienda).
Il public cloud si distingue per la suddivisione e ridistribuzione degli ambienti: operazioni che avvengono su più di un tenant. I provider di servizi cloud mettono a disposizione dell’utente una serie di servizi di computing on demand, come gli ambienti di deployment o di sviluppo delle applicazioni, servizi di archiviazione o altro. L’utente può accedere a tali servizi singolarmente e sulla rete Internet.
Il cloud computing pubblico permette alle aziende di accedere a risorse altamente scalabili, in grado di soddisfare qualsiasi esigenza legata ai carichi di lavoro e alle attività di provisioning self-service.
Cloud privato
Il cloud privato si distingue dal cloud pubblico poiché gli ambienti offerti sono riservati a un singolo utente (o a un gruppo limitato di utenti), accessibili mediante firewall. Il cloud diventa privato nel momento in cui l’utilizzo è riservato a un singolo cliente, che può accedere in modo isolato all’infrastruttura IT.
Le aziende possono creare cloud privati presso datacenter in affitto, di proprietà del provider e situati off premise. Il cloud privato può essere:
- gestito. In questo caso un fornitore implementa, configura e gestisce il cloud privato. Un’alternativa molto utile e pratica per aziende di piccole dimensioni e per le organizzazioni che non dispongono di personale IT specializzato, in quanto permette di offrire infrastrutture performanti e altri servizi cloud ai clienti terzi;
- dedicato. Trattasi di un cloud privato ubicato all’interno di un altro cloud, che può essere sia pubblico che privato. Risulta utile per compartimentare le attività all’interno di una grande azienda, affinché uno dei reparti usufruisca di un cloud dedicato che, al tempo stesso, è situato all’interno del cloud privato aziendale.
Cloud ibrido
Il cloud ibrido, o hybrid cloud, rappresenta la perfetta combinazione tra cloud pubblico e cloud privato. Trattasi di una struttura IT generata a partire da più di un ambiente, connesso mediante reti WAN (Wide Area Network), LAN (Local Area Network), VPN (Virtual Private Network) e (oppure) API.
Ogni cloud ibrido va valutato a sé, poiché ciascuno può presentare requisiti e caratteristiche variabili. Ad esempio, un cloud ibrido può includere:
- due o più cloud privati;
- due o più cloud pubblici;
- un cloud privato e un cloud pubblico;
- un ambiente bare metal o virtuale connesso a un unico (o a più di un) cloud, privato o pubblico.
L’infrastruttura IT diventa un ambiente cloud ibrido nel momento in cui le applicazioni ospitate possono essere spostate, gestite, condivise e utilizzate tra più ambienti, anche separati ma in ogni caso connessi. Determinati ambienti devono, però, avere origine da una risorsa IT on demand scalabile e consolidata. Tutti gli ambienti che compongono il cloud ibrido vengono gestiti in sincrono, come se fossero un ambiente unico, impiegando una piattaforma integrata di orchestrazione e gestione.
Ulteriori tipologie di servizi cloud
Oltre ai tre classici tipi di cloud computing, negli ultimi anni si sono aggiunti altri tipi di ambienti in grado di adattarsi e soddisfare le necessità delle aziende, in termini di scalabilità, organizzazione e gestione. Scopriamo quali sono.
Multicloud
Il multicloud è uno degli ambienti più innovativi, diffusi e performanti nell’ambito dei servizi e dei tipi di cloud computing. In questo caso, l’infrastruttura è composta da più di un servizio cloud e coinvolge più di un provider di servizi cloud, siano essi pubblici o privati.
I cloud ibridi sono tutti multicloud, ma non tutti i multicloud possono essere cloud ibridi: questa trasformazione avviene solo quando diversi cloud vengono connessi mediante orchestrazione e integrazione.
Gli ambienti multicloud, infatti, vengono formati mediante l’implementazione di una distribuzione globale di cloud, in grado di combinare più provider di servizi. I vantaggi di questo approccio sono, innanzitutto, una maggiore flessibilità sia nella scelta del tipo di servizio che delle risorse necessarie. Inoltre, il multicloud solleva l’azienda dall’esigenza di dipendere da un singolo provider di servizi. Il multicloud rappresenta la risorsa più adeguata ad aziende che desiderano migliorare i requisiti di sicurezza dei servizi cloud, impiegando più di un ambiente dalle alte prestazioni.
Gli ambienti multicloud possono essere generati:
- intenzionalmente, con la finalità di controllare in modo efficace lo spazio di storage ridondante o i dati sensibili. L’ambiente multicloud permette di migliorare le performance delle operazioni di ripristino in emergenza;
- accidentalmente, nel caso in cui si utilizzi lo shadow IT.
Community cloud
Questo modello di servizio multi-tenant viene impiegato contemporaneamente da diverse aziende, le quali condividono i medesimi obiettivi di business e hanno requisiti di servizio simili. Il provider esterno gestisce super partes l’ambiente community cloud, che allo stesso tempo viene impiegato in contemporanea da ogni singolo partecipante.
Il community cloud nasce con lo scopo di offrire a diverse organizzazioni, contemporaneamente, i medesimi benefici del cloud pubblico, ma dalle prestazioni avanzate (a livello di privaci, policy specifiche, sicurezza e compliance). Il community cloud è divenuto molto popolare poiché permette di abbattere notevolmente i costi relativi alle risorse, ripartiti tra le organizzazioni partecipanti.
Cloud distribuito
Questa tipologia di implementazione del cloud è costituita da una serie di macchine ospitate in diverse località ma tutte connesse a un’unica rete. Questa colocation consente di gestire centralmente tutti gli ambienti (che hanno sede in cloud privati, in data center on premise, in data center di terze parti o in altri centri di colocation, situati in ogni angolo del mondo).
È possibile gestire tutti questi ambienti mediante un piano di controllo centrale che permette di avere massimo controllo sulla posizione dei dati, rispondendo anche ai requisiti normativi afferenti a ciascun luogo geografico. Il provider di servizi cloud può, quindi, offrire dati e servizi da location prossime alla sede dell’utente: il vantaggio che ne consegue è un netto miglioramento delle performance dei database, delle applicazioni e dello streaming media su cloud.
HPC cloud
Questo modello di implementazione del cloud, innovativo e in costante sviluppo, è stato creato per semplificare le applicazioni di calcolo ad alte prestazioni (HPC). Questa implementazione risulta la migliore alternativa per l’esecuzione di ricerche su larga scala, o per la risoluzione di problemi.
I vantaggi del Cloud Computing
Perché, quindi, un’azienda dovrebbe sceglie di puntare sul Cloud Computing?
Innanzitutto perché consente alle aziende di avere servizi tecnologici sempre aggiornati pagando solo per il reale utilizzo che ciascuno deve farne (soprattutto per quanto riguarda il public Cloud).
Evitando così di investire il budget in risorse superflue.
E poi perché i vantaggi sono numerosi e concreti non solo per le grandi aziende, ma anche per le PMI.
Approfondiamo i principali:
- Agilità, scalabilità e flessibilità: il Cloud Computing permette di ridimensionare le risorse IT in modo molto agile, veloce ed elastico. I servizi Cloud vengono erogati in modalità self-service e on-demand (su richiesta), quindi consentono la massima flessibilità e scalabilità.
- Produttività aumentata e time-to-market ridotto: la configurazione delle risorse di un Data Center, nonché attività come aggiornamento e manutenzione, richiedono un impegno ingente, sia in termini di tempo che di risorse da dedicare. Con il public Cloud il problema si risolve e il personale IT può dedicarsi ad attività più vicine al core business aumentando produttività, redditività e competitività.
- Controllo dei costi: il passaggio da costi di capitale a costi operativi permette un maggior controllo generale sui costi riducendo o eliminando alcune voci di spesa solitamente molto corpose, come quelle legate alla gestione e manutenzione delle infrastrutture. Inoltre si evitano sovra-allocazioni di risorse per gestire picchi o imprevisti.
- Sicurezza e affidabilità: i livelli di sicurezza e affidabilità forniti dai public Cloud provider sono più elevati di quelli che si possono avere all’interno dei propri Data Center. E nella maggior parte dei casi i Cloud provider assicurano l’aderenza alle più stringenti regole normative in vigore.
La figura dell’Architect Cloud
Un architetto cloud è una persona responsabile dell’infrastruttura cloud e della strategia informatica di un’azienda. Questo è un ramo relativamente nuovo della specializzazione IT che è nato dallo sviluppo del software ed è attualmente molto richiesto. L’architettura del cloud computing copre tutto ciò che li riguarda, comprese piattaforme software, server, storage e reti.
Un architetto cloud è un amministratore esperto di cloud pubblici, privati e ibridi. Sviluppano soluzioni dinamiche che forniscono un vantaggio competitivo all’azienda per cui lavorano. Le responsabilità quotidiane di un architetto cloud includono:
- Pianificazione dell’implementazione del cloud
- Sviluppo di applicazioni cloud
- Supporto per la creazione e la distribuzione di applicazioni nel cloud
- Gestione e monitoraggio del cloud
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