Gli attacchi ransomware sono una minaccia. Possono interrompere l’accesso alla rete, bloccare le operazioni interne e danneggiare la reputazione di un’azienda. Possono provocare ulteriori attacchi perché i criminali informatici vedranno la tua organizzazione vulnerabile. E minacceranno di divulgare, distruggere o trattenere informazioni sensibili.
I virus ransomware possono prendere di mira i dati archiviati sui sistemi informatici (locker ransomware) o sui dispositivi (ransomware). In entrambi i casi, dopo il pagamento del riscatto, gli aggressori di solito forniscono alle vittime una chiave di decrittazione o uno strumento per sbloccare i propri dati o dispositivo, sebbene ciò non sia garantito.
Indice dei contenuti
Cos’è un ransomware, definizione
Il ransomware, a volte scritto erroneamente “ramsomware”, è un virus informatico che blocca l’accesso ai sistemi informatici e crittografa i file, offrendo il controllo su qualsiasi informazione personale sui dispositivi. Oggi questi tipo di minacce si sviluppano non solo verso i device e i computer ma anche anche sui servizi cloud e IoT. Ovvero l’internet delle cose, un territorio immenso per i criminali.
Con l’aumento dei dispositivi IoT – come telecamere, elettrodomestici intelligenti, termostati e sistemi di automazione industriale – la superficie di attacco per i ransomware si espande. I dispositivi IoT rappresenta un potenziale punto di ingresso per gli aggressori, anche perché sono progettati senza adeguate misure di sicurezza, rendendoli facili prede per gli attaccanti
I criminali informatici che operano con questo malware minacciano di bloccare l’accesso ai file/computer o di esporre i dati sensibili a meno che non si paghi un corrispettivo in denaro. Non a caso il termine deriva dall’inglese ransom, traducibile con riscatto.
Le principali tipologie di ransomware
Possiamo confermare che le famiglie fondamentali di virus ransomware sono due: a blocco (Locker) e di crittografia (Crypto). Ovviamente le specifiche possono essere differenti, ad esempio abbiamo anche ransomware con double e triple extortion. Vuoi approfondire?
Locker ransomware
Questo tipo di attacco informatico – diviso a sua volta in Winlocker e Android Locker per i rispettivi sistemi operativi – blocca l’accesso al dispositivo ma non è obbligatorio criptare i file come avviene con il ransomware crittografico (tipo REvil o Sodinokibi). In altre parole?
Questa minaccia impedisce all’utente di accedere al proprio computer mostrando un messaggio di riscatto sulla schermata. A meno che non si paghi il riscatto richiesto.
Crypto ransomware
Il contrario del precedente, un metodo reso famoso da WannaCry, CryptoLocker, e Locky. In questo caso avviene un processo di codifica con algoritmi avanzati di crittografia (come AES o RSA) che blocca i file. Almeno fino all’arrivo di una chiave di decrittazione. Chiave venduta dagli autori dell’attacco ransomware solo dopo il pagamento di un riscatto in criptovalute.
Ransomware-as-a-Service
Più che una tipologia di ransomware, si tratta di un vero modello di business criminale messo in piedi a discapito di chi si occupa della sicurezza in rete. Infatti, nel ransomware as a Service (RaaS) gli sviluppatori malintenzionati offrono un servizio a terzi.
Proprio come avviene nel mondo SaaS (con le dovute proporzioni), gli affiliati pagano una quota per accedere al ransomware pronto all’uso o una percentuale sui guadagni delle attività malevole. Gli sviluppatori di ransomware mettono a disposizione infrastruttura e supporto tecnico, gli affiliati si occupano di diffondere il malware e raccogliere i riscatti.
RansomCloud
Una variante di ransomware che colpisce i servizi cloud come Microsoft 365, Google Workspace e altri cloud storage. A differenza del malware che blocca i dispositivi o cripta i file locali , il RansomCloud si concentra sul cloud per estorcere denaro alle vittime. Questo significa che sfrutta le vulnerabilità delle applicazioni per accedere e criptare i dati.
Esempi di ransomware famosi
Ransomware è un termine che copre diversi tipi di malware che riescono a minacciare i dati con estorsioni. Gli attacchi più pericolosi sono stati effettuati da WannaCry, Petya, Cerber, Cryptolocker e Locky ransomware. Quali sono i principali tipi di ransomware?
Ransomware Dharma
Noto anche come CrySiS, è una variante che prende di mira aziende e organizzazioni. Crittografa i file aggiungendo un’estensione specifica ai nomi file e chiede un riscatto per fornire la chiave di decrittazione necessaria per ripristinare i dati.
Dharma viene diffuso principalmente tramite attacchi brute force ai server con Remote Desktop Protocol (RDP) mal configurati o vulnerabili. Non utilizza la tecnica della double extortion come altri malware più recenti. Ma è uno dei ransomware più complessi.
Maze ransomware
Un tipo di malware utilizzato da un gruppo di cybercriminali per estorcere denaro alle vittime, criptando i dati e chiedendo un riscatto per il ripristino. Maze è noto per aver introdotto la double extortion: oltre a criptare i dati, i criminali minacciano di pubblicare le informazioni
Questo aggiunge pressione alle aziende che devono evitare danni reputazionali o legali. Maze è stato attivo dal 2019 al 2020, ma ha influenzato molti ransomware successivi.
Cryptolocker
Virus destinato a tutte le versioni di Windows, inclusi Windows XP, Windows Vista, Windows 7 e Windows 8. Si tratta di un nuovo tipo di virus estremamente pericoloso e dannoso.
Come altri virus mendicanti, CryptoLocker blocca, in questo caso crittografa, le informazioni sul disco rigido e ti chiede di pagare per potervi accedere nuovamente.
Una novità è stata l’aggiunta di un limite di tempo per il riscatto: gli utenti hanno tre giorni per pagare $300, €300 o 2 bitcoin prima che la chiave di crittografia venga “distrutta per sempre” e le informazioni vengano perse per sempre. Per sentire l’inevitabilità della punizione, viene visualizzato un timer, che conta il tempo fino alla distruzione della chiave.
DarkSide ransomware
DarkSide ransomware colpisce soprattutto grandi aziende e infrastrutture critiche, con l’obiettivo di richiedere riscatti consistenti. Utilizza la doppia estorsione e, oltre a criptarli, minaccia di divulgare pubblicamente i dati rubati. DarkSide opera come un modello di ransomware-as-a-service e sostiene di seguire un codice etico verso chi colpire.
Netwalker ransomware
Noto anche come Mailto, anche questo è un esempio di ransomware-as-a-service (RaaS). Significa che gli sviluppatori forniscono il software che altri criminali utilizzano per attacchi in cambio di una percentuale del riscatto. Netwalker utilizza la tecnica della doppia estorsione. Oltre a criptare i file con un’estensione specifica e molto resistente, gli aggressori minacciano di divulgare pubblicamente i dati sensibili rubati.
WannaCry
Un attacco informatico globale che ha infettato oltre 300.000 computer in 4 giorni. WannaCry è stato distribuito tramite un exploit noto come Eternal Blue e progettato per i sistemi operativi Microsoft Windows (la maggior parte dei computer utilizzava Windows 7).
L’attacco è stato interrotto grazie alle patch di emergenza della Microsoft. Esperti di sicurezza statunitensi hanno affermato che la Corea del Nord è stata coinvolta nell’attacco, ma non è stata fornita alcuna prova.
Bad Rabbit
Un falso aggiornamento di Adobe Flash scaricato da siti Web compromessi. La maggior parte dei computer infetti si trovava in Russia e l’infezione dipendeva dall’installazione manuale del file .exe. Il costo della decrittazione all’epoca era di circa $ 280 (0,05 BTC).
Virus Petya
Conosciuto anche con altri nomi: Petya.A, PetrWrap, NotPetya, ExPetr. Entrato nel computer, scarica un ransomware e cerca di colpire una parte del disco rigido con i dati per avviare il computer. Se ci riesce, il sistema emette una “schermata blu della morte”.
Dopo il riavvio, viene visualizzato un messaggio del disco rigido che richiede di non spegnere l’alimentazione. Pertanto, il virus ransomware finge di essere un programma di sistema per il controllo del disco, crittografando i file con determinate estensioni.
Al termine c’è un messaggio sul blocco del computer e informazioni su come ottenere una chiave digitale per decrittografare i dati. Petya richiede un riscatto, solitamente in bitcoin.
Sodinokibi REvil
Noto anche come Ransomware Evil o solo REvil, è un tipo di attacco informatico ransomware as-a-service famoso per alcuni attacchi informatici di alto profilo.
REvil appare nel 2019 e la sua efficacia è diventata presto nota tra i criminali e a chi si occupa del tema data protection. Questo ransomware crittografa i file delle vittime, rendendoli inaccessibili fino al pagamento di un riscatto richiesto in Bitcoin o Monero.
Locky
Locky è stato più popolare nel 2016, ma non si è fermato nel 2017. Generalmente distribuito via e-mail come ricevuta di pagamento, contenente un file infetto come allegato.
Nel 2016, l’Hollywood Presbyterian Medical Center è stato infettato da Locky e costretto a pagare 40 BTC ($ 17.000 all’epoca) per ripristinare l’accesso ai sistemi dell’ospedale.
GrandCrab
È successo nel gennaio 2018, dove 50.000 vittime di ransomware in meno di un mese prima che fosse fermato dalle autorità rumene insieme a Bitdefender ed Europol.
GrandCrab usa e-mail di malvertising e phishing, è il primo ransomware noto che chiede un riscatto nella criptovaluta DASH. L’estorsione iniziale variava da $300 a $1.500.
LockerGoga
Il 18 marzo 2019, Norsk Hydro, uno dei maggiori produttori mondiali di alluminio, è stata attaccata da un ransomware noto con il nome di LockerGoga. Tutti gli impianti sono stati isolati con successo, i processi sono stati trasferiti al controllo manuale ove possibile.
Come funziona il ransomware
Per capire come prevenire e contrastare un attacco ransomware dobbiamo capire come opera, cosa fa e come funziona. Come qualsiasi altro malware, anche il ransomware irrompe nelle reti utilizzando alcuni tipi tradizionali di attacchi come Baiting, Honey Trap, Scareware. Nello specifico abbiamo due porte d’ingresso fondamentali:
- E-mail e messaggi con link, social engineering, phishing, siti dannosi.
- Vulnerabilità del protocollo del software e del desktop remoto.
Con il passaggio all’home working e la dipendenza dal software desktop remoto, il numero di e-mail dannose è aumentato in modo esponenziale. Le organizzazioni passano ai sistemi di archiviazione ibridi, e vengono esposte le vulnerabilità associate all’archiviazione cloud.
Senza l’uso di una politica di segmentazione della rete, gli aggressori sono liberi di vagare per la rete, infettando endpoint e server. Chiedendo un riscatto per riottenere l’accesso ai tuoi dati. Gli attacchi e-mail, che consentono al ransomware di entrare in una rete, sono difficili da fermare. I malintenzionati possono indurre anche gli utenti esperti a fare clic su un collegamento non minaccioso o su una foto che si presume provenga da fonte certa.
Come il ransomware entra nel tuo computer
I modi più comuni per installare ransomware sono phishing e malware su un sito web.
Una volta installato, il virus crittografa le informazioni memorizzate sul computer della vittima o blocca il normale funzionamento del computer visualizzando un messaggio sullo schermo che richiede il pagamento per decrittografare i file e ripristinare il sistema.
Nella maggior parte dei casi, il messaggio di richiesta di trasferimento di denaro viene visualizzato quando l’utente riavvia il computer dopo che si è verificata un’infezione. Comunque, il modo più comune in cui i criminali infettano i file di dati è inviando e-mail con collegamenti o allegati dannosi su cui i dipendenti fanno clic, avviando un attacco.
Queste potrebbero essere e-mail inviate a milioni di potenziali vittime o messaggi mirati a una persona specifica in un’organizzazione. Quest’ultimo è solitamente combinato con metodi di ingegneria sociale che permette ai criminali informatici di raccogliere in anticipo le informazioni necessarie per dare potenzialità all’azione di ransomware.
Dopo un attacco, gli aggressori informano le vittime che i dati sono crittografati. Per accedere alla chiave di decrittazione, la vittima deve effettuare un pagamento immediato, spesso in criptovaluta, che oscura l’identità dell’aggressore. Saprai di essere vittima di un ransomware se sul desktop appare una finestra pop-up o un file readme.txt.
Come difendersi dai ransomware?
La migliore difesa è la prudenza, ad esempio per il cloud puoi implementare l’autenticazione a più fattori per ridurre il rischio di accesso non autorizzato. Ma non basta, devi seguire alcune linee guida per ridurre al minimo il rischio di essere vittima. Ecco le regole di protezione contro il ransomware.
Crea un backup offline
Sebbene i normali backup su cloud e virtuali siano utili, se non si esegue il backup dei dati offline si corre il rischio di perderli. Ciò significa eseguire regolarmente il backup in un luogo sicuro, conservare più copie e monitorare che i backup corrispondono all’originale.
Migliora le capacità del tuo staff
Aumentare la consapevolezza tecnica sul ransomware è uno dei compiti fondamentali per migliorare la sicurezza informatica in un’azienda. Allo stesso tempo, è importante condurre regolarmente briefing generali e personali, perché è sufficiente che un dipendente riduca la vigilanza affinché l’intera organizzazione venga compromessa da un attacco.
Regola la visualizzazione dell’estensione file
I dipendenti devono essere addestrati a non fare doppio clic sui file eseguibili (file .exe), indipendentemente dalla provenienza. Qual è il problema che si presenta in molti casi?
Windows nasconde le estensioni dei file per impostazione, rendendo così gli eseguibili dannosi come ransom.doc.exe simili a un documento di Word denominato ransom.doc.
Ecco perché l’impostazione delle estensioni in modo che vengano sempre visualizzate contribuirà notevolmente a contrastare questo tipo di minacce esterne.
Imposta i filtri antispam
La base di partenza per contrastare il malware. I criminali informatici inviano milioni di e-mail dannose a organizzazioni e utenti casuali, ma un filtro antispam efficace che si adatta costantemente alle nuove minacce può impedire a più del 99% di tali messaggi.
Blocca i file eseguibili e Javascript
Filtrare i file .exe dalle e-mail può impedire che determinati file dannosi vengano aperti. Ma tieni presente che questo non è l’unico modo affidabile per proteggersi dal ransomware. Il fatto è che il ransomware viene sempre più inviato sotto forma di file JavaScript.
Il ransomware viene distribuito in zip contenenti file JavaScript dannosi. Di solito sono mascherati da file di testo con nomi come readme.txt.js e sono spesso visti con un’icona di script per il file di testo.
Puoi chiudere la vulnerabilità disabilitando Windows Script Host.
Mantieni aggiornato il tuo software.
Questa è una delle principali misure di sicurezza. Tutto il software deve essere aggiornato, gli update includono spesso le patch di sicurezza per affrontare le vulnerabilità scoperte.
Visita NoMoreRansom.org
Un sito creato dalle forze dell’ordine e dalle società IT di sicurezza che lavorano sulle minacce ransomware. Il sito Web offre strumenti di decrittazione gratuiti per gli utenti infetti.
Regole per rispondere a un attacco ransomware
Per gestire e mitigare gli attuali attacchi ransomware devi puntare in primo luogo sull’isolamento. Per combattere queste minacce è necessario isolare i sistemi infetti dal resto della rete. Come? Arrestando questi sistemi e scollegando il cavo di rete.
Ad esempio, in risposta al cyber attacco DarkSide, le aziende hanno segnalato di aver disconnesso in modo proattivo alcuni sistemi OT per garantire la sicurezza dei sistemi.
Disattiva anche il Wi-Fi. I sistemi infetti devono essere completamente isolati da altri computer e dispositivi di archiviazione sulla stessa rete. Quindi scopri che tipo di malware ha portato all’infezione dei computer. Spetta al personale IT o ai consulenti di terze parti determinare il tipo di ransomware e sviluppare un piano per affrontare l’infezione.
Poi c’è la notifica della minaccia alle autorità di regolamentazione. A seconda delle conseguenze dell’incidente e delle disposizioni legali applicabili, l’incidente dovrebbe essere segnalato alle autorità di regolamentazione. Poi si procede con la rimozione malware.
Conviene pagare il riscatto di un ransomware? In realtà non è un’azione consigliata, come suggerisce anche il Garante della Privacy. Anche se paghi, non c’è alcuna garanzia che gli hacker forniranno la chiave di decrittazione o restituiranno l’accesso ai dati.
“Oltre al danno economico, si corre infatti il rischio di non ricevere i codici di sblocco, o addirittura di finire in “liste di pagatori” potenzialmente soggetti a periodici attacchi ransomware”.
Infine si procede con il processo di ripristino. L’opzione migliore è raggiungere l’ultimo backup disponibile ed essere sempre pronti per una gestione avanzata del problema.
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