
Il boom delle soluzioni cloud native richiede un numero crescente di professionisti esperti in questi ambienti di sviluppo. Dal quadro che emerge nel nono Open Source Jobs Report, come sempre pubblicato da Linux Foundation, in collaborazione con edX, le professioni legate alla containerizzazione e alla relativa orchestrazione sono balzate in vetta alla graduatoria delle più desiderate sul mercato. Se l’hype intorno a tecnologie fondamentali per lo sviluppo sulle piattaforme cloud (PaaS), come i Container e Kubernetes, era ampiamente percepibile, il responso dell’indagine di Linux Foundation fa un certo effetto soprattutto perché per la prima volta le competenze legate a Linux sono state sbalzate da un primo posto che soltanto due o tre anni fa appariva inespugnabile, anche per via della diffusione delle distribuzioni server che consentono il funzionamento dei data center dei cloud service provider.
Cloud e virtualizzazione costituiscono dunque due parole sempre più chiave nella crescita del mercato IT, certamente destinata diventare strutturale nel corso dei prossimi anni. Si tratta di un contesto in cui le competenze open source faranno sempre più gola agli ISV e ai System Integrator, che preannunciano una vera e propria caccia ai migliori talenti in circolazione.
Il nuovo Open Source Jobs Report è stato presentato nel corso dell’ultimo Open Source Summit, svoltosi a Seattle nello scorso mese di settembre. In tale occasione è emerso come il 92% dei manager delle aziende coinvolte dalla survey di Linux Foundation abbia manifestato l’oggettiva difficoltà nel reperire il personale formato nell’ambito delle tecnologie open source per fare fronte alle commesse ricevute nell’ultimo anno. A ciò va associata la relativa complessità nel trattenere le proprie figure senior, continuo bersaglio della richiesta delle aziende concorrenti.
I dati che citeremo sono prevalentemente riferiti al contesto americano, ma almeno in termini qualitativi esprimono una tendenza tangibile anche per quanto concerne la realtà europea.
Indice dei contenuti
Cloud e Container: lo storico sorpasso su Linux
In un pensiero che sintetizza quello del 92% dei manager alla disperata ricerca di personale, secondo Jim Zemlin, direttore esecutivo di Linux Foundation: “I talenti delle tecnologie open source sono sempre più richiesti. I professionisti più esperti possono cercare molte opportunità, in quanto i responsabili delle assunzioni si contendono senza sosta i candidati migliori. Il cloud native computing, DevOps e Linux sono gli ambiti che garantiscono attualmente le migliori opportunità di carriera”.
Le competenze cloud native (Container, Kubernetes, ecc.) si collocano saldamente in cima alla classifica delle più richieste, con un sorprendente 41%, che segna un significativo sorpasso nei confronti delle competenze di sistema per Linux, la cui lancetta nel 2021 si è arrestata sul 32%. Tale trend è stato confermato dalle principali agenzie di recruiting, che hanno rilevato come negli Stati Uniti la professione meglio retribuita nel comparto delle tecnologie open source sia attualmente quella degli esperti di Kubernetes, con una media pro capite annua di 148mila dollari (fonte: ZipRecruiter).
Tali indicazioni non vanno lette nella direzione di un calo di Linux, che rimane oltretutto una tecnologia assolutamente fondamentale per la disponibilità dei servizi in cloud. Detto senza troppi giri di parole, senza Linux, tecnologie come i Container e Kubernetes nemmeno esisterebbero, essendo basate su una virtualizzazione al livello del suo sistema operativo. Molte realtà prediligono Linux anche quando scelgono Microsoft Azure come infrastruttura cloud di riferimento per le loro attività, giusto per dare l’idea della standardizzazione e della penetrazione nei sistemi IT delle tecnologie Linux based.
Per quanto riguarda le metodologie di sviluppo, secondo l’Open Source Jobs Report 2021, DevOps rimane saldamente in testa e si avvia a diventare sempre più lo standard di riferimento del settore. Attualmente, l’88% degli sviluppatori utilizzano pratiche DevOps e, nel caso delle professioni open source, questo dato coincide con un aumento molto importante, pari al +50% rispetto al 2018, quando la situazione era ancora piuttosto incerta e i numeri dello sviluppo software cloud native certamente più marginali rispetto alla situazione attuale.
Il talento open source è il nuovo oggetto del desiderio
A complicare le cose per le aziende a caccia di sviluppatori ci ha messo lo zampino la pandemia Covid-19, a causa della forte crescita del lavoro in remoto. Se prima la maggior parte dell’operatività era riferibile alla presenza in ufficio, a livello occupazione ciò corrispondeva con un range di opportunità limitato ad un contesto locale rispetto alla residenza. Con l’avvio della pandemia, tra lavoro in remoto e smart working propriamente detto, lo scenario è profondamente mutato.
Gli scenari del recruiting per le competenze IT si sono profondamente ampliati, superando a tutti gli effetti le barriere fisiche. Per citare un esempio pratico, nessuno impedisce ad un’azienda di Ginevra di contattare uno sviluppatore residente a Milano, con la possibilità di offrirgli uno stipendio di base più elevato, in linea con i parametri di retribuzione e il costo della vita elvetico.
Se finora uno sviluppatore in cerca di una miglior sorte economica doveva partire fisicamente per Ginevra, oggi ciò non è più necessario, in quanto la grande richiesta di tali competenze lo rende più che appetibile anche in condizione di smart working. Si tratta di una condizione ambivalente. Per il dipendente, lavorare da casa per un’azienda della sua città o per una realtà situata qualche centinaio o migliaio di chilometri cambia abbastanza poco, soprattutto nel contesto di una professione squisitamente tecnica come quella dello sviluppo informatico. Questo è oltretutto possibile grazie ai metodi di lavoro agili, che, come abbiamo visto, rappresentano ormai lo standard operativo.
La competizione a livello globale rende quindi gli sviluppatori senior esperti in tecnologie open source un vero e proprio oggetto del desiderio, che le soprattutto le aziende più importanti sono disposte ad aggiudicarsi a cifre sempre più elevate, in modo da poter affrontare più commesse, sfruttando il momento estremamente favorevole offerto dalla trasformazione digitale.
Formazione e certificazioni in ambito Linux e open source
Secondo le stime pubblicate dall’Open Source Jobs Report 2021, circa il 92% dei manager avrebbe dichiarato che, al di là dei parametri economici, una delle richieste più frequenti da parte dei candidati è quella di poter godere di un percorso di formazione continua, in modo da rimanere sempre aggiornati e competitivi sul fronte di tutte le novità che si prospettano. Questo vale sia per garantire al datore di lavoro il miglior servizio possibile, sia per investire nella propria formazione, ai fini di crescere professionalmente e cercare di spendersi sempre meglio sul mercato, a prescindere dalle future destinazioni.
Tale trend sta portando inoltre almeno il 58% delle aziende ad investire in maniera sempre più mirata sui percorsi di formazione utili a colmare gli eventuali skill gap incrementando le competenze dei dipendenti attualmente a loro disposizione. Il 29% preferisce invece affidare in outsourcing la compensazione di tale lacuna, rivolgendosi a consulenti esterni, purché siano in grado di certificare o dimostrare la loro esperienza e le loro competenze.
Le competenze informatiche in ambito open source stanno quindi generando un notevole indotto anche nel mercato della formazione certificata, sia per gli aspetti puramente tecnologici che per quelli che coinvolgono temi quali le soft skills e la gestione dei progetti, considerando la centralità della metodologia DevOps.
Per uniformare il più possibile le condizioni di ingresso, l’88% delle aziende ha rivelato che le competenze certificate in ambito open source costituiscono un criterio di indubbia preferenza quando si tratta di selezionare un candidato. Questo dato risulta superiore dell’87% rispetto a quello rilevato soltanto tre anni fa. Per quanto riguarda le certificazioni più desiderate e diffuse nell’ambito di Linux e delle tecnologie open source, l’Open Source Jobs Report 2021 indica la CompTIA Linux+, la Linux Certified System Administrator (LFCS), la Linux Foundation Certified Kubernetes Administrator (CKA) e la Red Hat Certified System Administrator.
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