
La crittografia è uno degli strumenti che meglio protegge i dati aziendali, oltre ad essere estremamente semplice da usare.
Non a caso il GDPR – General Data Protection Regulation sottolinea quanto questa tecnica sia utile e vantaggiosa per difendere i dati – archiviati oppure in transito – da occhi indiscreti o da chi, in modo illecito, potrebbe entrarne in possesso per utilizzarli per scopi fraudolenti.
Vediamo quindi in questo articolo cos’è la crittografia, come funziona e quando è meglio utilizzarla.
Indice dei contenuti
Cos’è la crittografia e a cosa serve
Il termine crittografia deriva dal greco e letteralmente significa scrittura segreta.
Non è infatti una tecnica nuova e già gli antichi imperi ne riconoscevano l’importanza strategica in ambito politico e militare, dove proteggere le informazioni da accessi non autorizzati e da intercettazioni di qualsiasi genere era di importanza vitale.
Oggi il termine si ricollega all’ambito della Cyber Security ed è infatti uno strumento che, se integrato ad altre soluzioni di difesa, può abilmente tenere i dati al sicuro da attacchi informatici, violazioni e minacce.
Come funziona?
Fin dalle origini gli elementi di base sono due: l’algoritmo di cifratura e la chiave di decodifica, ossia una stringa alfanumerica.
L’obiettivo è infatti rendere le informazioni illeggibili e decifrabili solo da chi è in possesso della chiave, rendendole inutilizzabili da chi ne entra in possesso senza autorizzazione.
In ambito cyber le informazioni e i dati inviati vengono trasformati e cifrati per mezzo di un algoritmo matematico e la chiave di codifica appropriata viene memorizzata nel sistema ricevente o trasmessa insieme ai dati criptati.
In questo modo solo le persone autorizzate conoscono la chiave crittografica per accedere alle informazioni nel formato originale.
Inoltre è una tecnica molto utile per verificare l’origine di un messaggio, dimostrare che le informazioni ricevute sono autentiche e confermare che non sono state alterate durante la trasmissione.

Crittografia e cifratura: ecco le principali tipologie
La prima cosa da sapere è che non esiste un unico tipo di cifratura, ma si può scegliere tra diverse soluzioni in base alla chiave di decodifica utilizzata e alle caratteristiche più idonee alle proprie esigenze.
Ecco nel dettaglio quali sono le categorie principali:
- Crittografia simmetrica: in questo caso viene utilizzata un’unica chiave per cifrare le informazioni e poi per decodificarle. Questa chiave è chiamata anche crittografia a chiave privata o a chiave segreta e prevede che tutte le parti coinvolte debbano scambiarsi la chiave utilizzata per crittografare i dati per poterli decifrare. Rapida e semplice rispetto ad altri metodi crittografici, la crittografia simmetrica risulta particolarmente adatta per singoli utenti e sistemi chiusi.
- Crittografia asimmetrica: questo tipo di crittografia, invece, si basa su algoritmi che utilizzano due chiavi correlate, una chiave pubblica e una chiave privata. Quella pubblica è condivisa tra mittente e destinatario, mentre quella privata è individuale: per poter decifrare il messaggio, è necessario essere in possesso di entrambe le chiavi. Nell’ipotesi che qualcuno riesca a intercettare la chiave pubblica, quindi, non avrebbe comunque accesso a quella privata e non potrebbe, così, accedere alle informazioni.
- Crittografia quantistica: si tratta di un approccio alla crittografia che, nella fase dello scambio della chiave di decodifica, si serve dei principi della meccanica quantistica. In questo modo si evita che la chiave possa essere intercettata senza che le parti coinvolte se ne accorgano. Entrando nel dettaglio, la definizione esatta è distribuzione quantistica di chiavi, cioè una trasmissione di dati in grado di vantare una condizione di segretezza perfetta dal punto di vista matematico.
- Crittografia end-to-end: tipica dei servizi di messaggistica, come email e chat, prevede che i messaggi passino attraverso degli intermediari per poi essere archiviati da terze parti da cui vengono recuperati dal destinatario.
Perché la cifratura è importante?
Affidarsi alle tecniche di crittografia significa beneficiare di numerosi vantaggi che possono aumentare il livello di sicurezza ed efficienza di un’azienda.
Viviamo infatti in un’epoca dove i Big Data hanno un’importanza incalcolabile, tanto da essere considerati il nuovo petrolio del nostro millennio, ed è quindi logico capire quanto proteggere i dati debba essere prioritario.
Con la cifratura si può garantire l’integrità e autenticità dei dati e tutelarne il contenuto mantenendo e tutelando la privacy.
Inoltre è una tecnica molto veloce e facile da usare, soprattutto se si ricorre alla crittografia simmetrica che è basata su chiavi corte: in questo caso la chiave ha infatti una lunghezza impostata a 128 o 256 bit e richiede una modesta potenza di calcolo, rendendo il sistema agile e veloce.
È semplice da usare ed è perfetta per essere usata da singoli utenti e sistemi chiusi.
La crittografia simmetrica, infine, non richiede un’infrastruttura apposita per garantire sicurezza e non c’è quindi bisogno di implementare un’infrastruttura a chiave pubblica.
La cifratura, quindi, non è certo la soluzione a tutti i problemi di sicurezza informatica, ma se applicata in modo corretto, è in grado di contribuire alla tutela delle informazioni e, in combinazione con altre strategie di protezione, è un metodo efficace per raggiungere la conformità al GDPR.
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