Una recente analisi di Glassdoor, riferita alla realtà americana, dove tale figura gode già di una solida reputazione, ha identificato nell’Enterprise Architect la professione IT più ricercata in assoluto. La classifica, pesata sulla base di parametri come la retribuzione media annua, il numero di ricerche attive sui job market e l’indice gradimento espresso dalle aziende, vede l’Enterprise Architect precedere in maniera piuttosto netta il Full Stack Engineer, il Data Scientist, il DevOps Engineer e lo Strategy Manager. Molto più staccate le figure dedicate all’HR, al marketing e alle vendite.
L’Enterprise Architect è una figura di cui si parla probabilmente meno rispetto a tante altre nell’ambito dell’information technology, ma sa rivelarsi estremamente preziosa, soprattutto per quelle realtà aziendali particolarmente attente all’efficienza del loro comparto IT.
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Chi è l’Enterprise Architect, la figura professionale IT più ricercata del momento
L’Enterprise Architect si configura quale responsabile della manutenzione delle reti e dei servizi IT di un’organizzazione, assumendo un ruolo di supervisore delle strategie di crescita e miglioramento continuo, oltre che del constante aggiornamento del patrimonio hardware e software in dotazione all’azienda. Si tratta di una figura fortemente multidisciplinare, dotata di una grande conoscenza in merito alle tendenze e alle novità tecnologiche utili per aumentare l’efficienza dei processi aziendali, compatibilmente con il budget a disposizione.
L’Enterprise Architect è una figura capace di ragionare con agilità sui progetti complessi, derivando ipotesi e strategie in merito ai molteplici aspetti che riguardano l’IT. Uno dei compiti che lo vede spesso impegnato è relativo all’opportunità o meno di migrare in cloud un’applicazione legacy, oppure valutare un programma di sostituzione e aggiornamento delle dotazioni hardware nei vari reparti aziendali.
L’Enterprise Architect deve dunque avere la completa visibilità sul patrimonio IT aziendale, in base al quale definire strategie di sviluppo e modernizzazione, accertandosi al tempo stesso che vengano eseguite in maniera puntuale ed efficiente, contribuendo a creare valore aggiunto nel raggiungimento degli obiettivi di business.
Per tali ragioni, l’Enterprise Architect deve possedere ottime doti comunicative e sapersi relazionare sia con il personale tecnico che con il personale non tecnico di un’azienda, per recepire le esigenze dei dipendenti e saperle comunicare ai decisori aziendali, a qualsiasi livello.
L’importanza delle soft skill: competenze trasversali e abilità comunicative innate
Gli Enterprise Architect spendono gran parte del loro tempo analizzando e proponendo soluzioni per migliorare a livello IT i vari processi aziendali, soprattutto per quanto concerne gli aspetti operativi. Tuttavia, questa tendenza ad intervenire puntualmente sui problemi sta lasciando progressivamente spazio ad un ruolo più ampio ed orientato alla supervisione, collaborando con figure specialistiche in grado di supportarli nelle singole decisioni strategiche.
Tale considerazione risulta logicamente giustificata se consideriamo il livello e la quantità di argomenti che il mondo IT comporta per un’azienda nel suo percorso di trasformazione digitale. Si tratta di un fronte di offerta di soluzioni che richiederebbe un livello di competenze specifiche troppo ampio. Gli Enterprise Architect tendono quindi a rendere più trasversali le loro competenze, puntando moltissimo sugli aspetti di comunicazione interna, per facilitare la collaborazione a livello IT tra i vari reparti aziendali. Un buon Enterprise Architect deve necessariamente parlare la lingua di tutte le persone che può incontrare all’interno di un’azienda.
Oltre alle competenze trasversali, l’Enterprise Architect deve necessariamente possedere un’elevata dose di pragmatismo e una solida attitudine al decision making. Molto spesso in azienda ci sono figure molto capaci nei rispettivi ambiti dell’IT, ma latitanti nel prendersi delle responsabilità. L’Enterprise Architect deve necessariamente colmare questo gap, onde evitare che si creino delle situazioni di improduttivo indecisionismo.
Si tratta di un aspetto della leadership che deriva soprattutto dall’esperienza sul campo, nell’aver visto, affrontato e risolto varie situazioni di problem solving all’interno di differenti contesti aziendali. L’Enterprise Architect esperto raramente si impone in maniera categorica su una questione aperta, ma tende a valutare e comunicare le sfumature più significative, ai fini di classificarle con un ordine di priorità e procedere in funzione della loro rilevanza in funzione degli obiettivi di business.
Tutti questi aspetti spiegano il motivo per cui, soprattutto nel contesto di realtà di medie e grandi dimensioni, una figura come l’Enterprise Architect sia così ricercata, anche in funzione della sua rarità. Parliamo di una professionalità che richiede un bagaglio di esperienze in più ambiti dell’IT aziendale, dotata di quella consapevolezza critica necessaria per svolgere ruoli di strategia e supervisione generale. Un Enterprise Architect capace è in grado di far risparmiare molto tempo e molti soldi alle aziende, facendo le proverbiali scelte giuste al momento giusto.
Come diventare un Enterprise Architect
Gli aspetti che abbiamo affrontato nei precedenti paragrafi aiutano a delineare, sul piano delle soft skills, il quadro formativo che un aspirante Enterprise Architect dovrebbe in qualche modo affrontare. Vediamo ora quali sono le competenze generali che possono assicurare ad uno specialista IT delle buone carte da giocare per spendere la sua professionalità alla ricerca di un ruolo come Enterprise Architect.
È chiaro come nessuno nasca Enterprise Architect, in quanto saper legare una strategia aziendale all’esecuzione tecnologica nell’ambito dei processi aziendali non è qualcosa che si impara soltanto sui libri di scuola.
Non esiste un piano di studi specifico, che possa pretendere l’ambizione di inserire nel mercato del lavoro un Enterprise Architect fatto e finito. Ci si arriva per gradi. Si parte in genere con una laurea in discipline informatiche o scienza dei dati, a cui segue un’esperienza sul campo e un’attività di formazione continua mirata a collezionare un backgound di competenze decisamente solido su tutto il fronte dell’IT. A titolo esemplificativo, potremmo citare:
- Conoscenza basilare dei principali linguaggi di programmazione, tra cui Java, con preferibile competenza medio-avanzata almeno in uno di essi
- Basi dell’integrazione e dell’amministrazione di sistemi
- Conoscenza dei principali modelli di cloud computing (IaaS, PaaS, SaaS, ecc.)
- Conoscenza delle SOA (Service Oriented Architecture)
- Conoscenza delle architetture software monolitiche e a microservizi
- Conoscenza dei concetti di base delle principali metodologie di sviluppo software (es. DevOps)
- Conoscenza approfondita delle soluzioni IT a livello enterprise
- Comprovata esperienza nella definizione di strategie IT aziendali
- Comprovata capacità nell’ambito dell’IT e del project management
- Conoscenza dei principali tool utilizzati nell’ambito dell’Enterprise Architecture
- Conoscenza delle principali metodologie di Enterprise Architecture e dei principali framework disponibili
Prima di spendersi come Enterprise Architect un professionista IT deve maturare una serie di esperienze concrete in azienda, che possono richiedere anche diversi anni di lavoro. Tali competenze possono essere ulteriormente avvalorate dal conseguimento di specifiche certificazioni, come TOGAF 9 Certification, Open CA, AWS Certified Solution Architect, Salesforce CTA, Axelos ITIL Master, Microsoft Certified Architect, CISSP ISSAP, Dell EMC Cloud Architect, Red Hat Certified Architect e EC Council CNDA, solo per citare alcuni esempi.
La certificazione non rappresenta un requisito indispensabile, in quanto è soprattutto essenziale saper dimostrare determinate competenze in un effettivo contesto aziendale. Tuttavia, si tratta di una buona soluzione per aggiungere credibilità e competenze specialistiche al proprio curriculum, soprattutto per catturare l’attenzione delle realtà che si avvalgono di determinati stack tecnologici.
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