Il Cloud bursting è un fenomeno che può essere spiegato con efficacia grazie al paragone che viene spesso fatto tra il Cloud e la nuvola.
Come in natura le nuvole esplodono all’improvviso per i cambiamenti atmosferici e meteorologici provocando forti temporali, infatti, allo stesso modo il Cloud esplode all’improvviso, obbligando a spostare il carico di lavoro in un altro ambiente.
Vediamo in questo articolo come funziona il Cloud bursting nel dettaglio e perché alle aziende conviene.
Indice dei contenuti
Cos’è il Cloud bursting?
Il Cloud bursting – che letteralmente significa nuvola che scoppia – si verifica quando il carico di lavoro nell’ambiente Cloud in uso aumenta talmente tanto da provocare, metaforicamente, un’esplosione.
Il carico di lavoro in eccesso viene quindi spostato in un ambiente del Cloud pubblico senza soluzione di continuità.
Le aziende, infatti, nella maggior parte dei casi scelgono di ospitare le proprie applicazioni in un Cloud privato – ossia un ambiente di elaborazione locale – cercando di rispettare ogni standard di sicurezza e mantenendo stabili i livelli di prestazione.
Può capitare, però, che l’infrastruttura hardware non riesca a gestire un improvviso aumento del carico di lavoro e sia quindi necessario avvalersi di un altro tipo di ambiente.
Perché si verificano i sovraccarichi?
Le motivazioni sono molteplici e le più comuni sono un cambiamento interno all’azienda, un aumento dovuto a una richiesta stagionale o una crescita inorganica dell’organizzazione.
Basta immaginare, per esempio, quanto incidono sul carico di lavoro una campagna di vendita, gli accessi su una piattaforma di e-commerce durante il black friday o i bilanci di fine mese in un’applicazione finanziaria.
Scenari incontrollabili e imprevedibili che spingono il Cloud a reagire di conseguenza.
Cloud bursting: come funziona
Come abbiamo visto, il Cloud bursting permette di gestire picchi improvvisi di carico trasferendo il carico di lavoro aggiuntivo in un ambiente di Cloud pubblico tramite un trigger.
Non c’è continuità tra i due ambienti ma è garantita la coerenza di dati e applicazioni tra il private Cloud e il public Cloud.
Il Cloud bursting, inoltre, monitora con costanza il carico corrente delle applicazioni e si disattiva nel momento in cui il carico di lavoro torna a un livello normale e/o sopportabile.
Infine per eseguire le varie funzioni si basa su processi e sistemi automatizzati che lavorano all’interno di un firewall nell’ambiente di private Cloud.
Quando il Cloud bursting si verifica, si paga al fornitore di public Cloud il corrispettivo per l’uso dei servizi di calcolo e archiviazione.
Tutti i principali vantaggi
Affidarsi a una risorsa come il Cloud bursting significa agevolare il funzionamento dei data center, liberando abbondante spazio e migliorando l’efficienza.
Le risorse di calcolo e di archiviazione vengono spostate solo quando c’è l’effettiva necessità e l’azienda evita di investire su server che rimarrebbero inutilizzati per la maggior parte del tempo.
Con questa soluzione, infatti, i picchi improvvisi di carico vengono gestiti grazie a risorse di calcolo on demand e a server temporanei presi in affitto.
Non si dovranno più temere periodi di inattività e si potrà risparmiare abbondantemente sul budget reinvestendo in altre attività importanti per la crescita e il successo dell’azienda.
Il Cloud bursting è quindi flessibile ed economico e consente a un business di contare su grande flessibilità per sfruttare nuove opportunità e aumentare i propri profitti.
Si può gestire con più facilità il ridimensionamento e ottimizzare le aree che si liberano dal carico.
Infine consente di instaurare un rapporto di fiducia e solidità con il cliente, offrendo un servizio senza interruzione e che si mantiene costante nonostante i cambi o gli imprevisti.
Perché le aziende dovrebbero affidarsi al Cloud bursting?
Il Cloud bursting porta sostanziali vantaggi a livello aziendale e può rivelarsi una risorsa estremamente preziosa.
Non sono numerose, però, le aziende che ne sfruttano le potenzialità e il fenomeno è ancora in lenta crescita.
La causa principale è che spostare lo spazio di archiviazione tra un Cloud e l’altro è difficile, oltre all’alto grado di complessità che realizzare un’infrastruttura adeguata certamente richiede.
Bisogna poi tenere conto delle limitazioni della larghezza di banda e considerare l’ipotesi di una possibile incompatibilità tra i diversi ambienti.
Il Cloud bursting, però, è una soluzione assolutamente utile e consigliata per tutte le applicazioni ad alte prestazioni che non temono problemi di latenza e non trattano dati sensibili.
Nel Cloud pubblico, infatti, è più difficile garantire alti livelli di sicurezza nella gestione dei dati e delle informazioni riservate, ma si stanno facendo grandi progressi per rendere il Cloud bursting una soluzione appetibile a un pubblico molto più vasto.
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