
C’è una verità con la quale dobbiamo convivere: lo scenario delle minacce informatiche sarà più articolato e difficile da gestire. Chiaramente, quest’ultimo punto è sempre più vero per le aziende che non si affidano a servizi professionali di cybersicurezza che ti consentono di limitare e ridurre drasticamente le ripercussioni di questi rischi.
Il pensiero va subito ai professionisti dell’incolumità digitale – come l’IT Manager, il Cyber Security Manager e lo Chief Information Security Officer – che devono aggiornarsi e tutelarsi. Ma, soprattutto, bisogna difendere la sicurezza dell’azienda di riferimento. Le strategie di cyber resilience dovranno rispondere ad attacchi sempre più sofisticati. Quali sono? Analizziamo le principali minacce informatiche che si annunciano all’orizzonte. E, di conseguenza, individuiamo i metodi più efficaci per proteggere l’infrastruttura aziendale.
Indice dei contenuti
Ransomware-as-a-Service (RaaS)
Parliamo di minacce su larga scala, una struttura amplificata e sempre più diffusa. Il ransomware – malware che chiede un riscatto per decriptare i dati sensibili – è già oggi un pericolo insidioso. Con l’evoluzione delle piattaforme RaaS c’è ancora più spazio per i cybercriminali. Anche quelli meno esperti. Ma di cosa stiamo parlando esattamente?
Il Ransomware-as-a-Service è un vero e proprio modello di business: ci sono degli specialisti del cybercrimine che scrivono il codice e lo vendono a chi vuole sfruttare le potenzialità del malware anche senza saper operare tecnicamente su questo fronte. Risultato? Tutti possono lanciare un ransomware per rubare dati sensibili e chiedere un riscatto. Ma anche per compromettere interi sistemi operativi e infrastrutture cloud.
Insomma, il problema è impossibile da ignorare. Come lo affrontiamo? Come difendere la rete aziendale dai ransomware? In primo luogo dobbiamo chiedere all’azienda che ci segue in termini di cybersecurity di implementare un robusto backup offsite e offline con test di recovery frequenti. Altri consigli per tutelare i propri interessi?
Sicuramente è utile implementare soluzioni di endpoint detection and response (EDR) e, soprattutto, formare gli utenti su phishing e tecniche di social engineering. In questo modo saremo in grado di anticipare e contrastare le minacce informatiche che rientrano nella famiglia dei ransomware. In ogni caso, mai pagare il riscatto e contattare la Polizia Postale.
Supply Chain Attack: vulnerabilità nascosta
La catena di approvvigionamento per un’azienda non è solo sinonimo di crescita e di efficienza: questo nodo può essere anche fonte di attacchi difficili da decifrare. Il futuro delle minacce informatiche è chiaro: se vuoi colpire un’azienda puoi sfruttare la distribuzione che si attiva grazie alle imprese correlate.
Nello specifico, con questo attacco cybercriminale l’azione si concentra su un’organizzazione collegata al bersaglio reale. In sintesi, se voglio danneggiare un’impresa colpisco uno dei fornitori, un partner che si occupa di componenti esterni. Come, ad esempio, hardware o software.
Proprio quest’ultimo caso può aiutarci a capire meglio di cosa si tratta con un esempio: individuo i fornitori di software collegati a una determinata azienda, inserisco malware negli aggiornamenti. Proprio come è avvenuto nel 2017 con CCleaner: gli hacker hanno compromesso la versione ufficiale del tool dedicato alla pulizia dei PC. Così il malware è stato distribuito su larga scala.
Puoi difendere la tua realtà su questo fronte? Certo, devi valutare la solidità dei fornitori e lo devi fare grazie ad audit periodici per considerare gli standard di affidabilità. Nel caso, meglio cercare fornitori e partner che rispettano determinati parametri di sicurezza. Di conseguenza, possiamo implementare strategie di zero trust anche nei rapporti B2B per allinearsi con delle politiche di massima cautela. Monitorando continuamente accessi e comportamenti anomali su sistemi esterni. In sintesi: never trust, always verify.
Exploit di vulnerabilità Zero-Day
Ecco un fenomeno che sarà dominante nei prossimi anni se parliamo di minacce informatiche: exploit di vulnerabilità Zero-Day, ovvero delle fragilità ignote agli sviluppatori di un programma che vengono sfruttate dai professionisti del cybercrimine per danneggiare un’azienda.
Quindi, la vera criticità è che si tratta di una condizione non nota: la vulnerabilità è nuova e non è ancora conosciuta dal produttore o dalla comunità. Non esiste una patch o soluzione disponibile per correggere il problema. Ecco perché la gestione rapida è fondamentale: bisogna ridurre la finestra temporale per reagire: il programma di patch management deve essere rapido ed efficiente. Soprattutto quando parliamo di software personalizzato, custom.
Chiaramente la prevenzione è decisiva: devi eseguire penetration test regolari per identificare vulnerabilità nascoste. E lo devi fare anche con il supporto di un’azienda specializzata per avere la certezza di aver svolto tutto il possibile per anticipare queste minacce informatiche. Che possono essere anticipate anche con sistemi di virtual patching su applicazioni legacy. Ovvero, troppo datate per essere oggetto di aggiornamenti.
Phishing avanzato e Business Email Compromise
Questa opzione, nota anche con l’acronimo BEC, è il futuro dell’universo phishing. Ovvero le minacce informatiche che arrivano via posta elettronica. E sono messaggi sempre più credibili, curati, verosimili, tecnicamente ineccepibili. Le frodi BEC che prendono di mira dirigenti e responsabili finanziari sono l’avamposto delle minacce informatiche del futuro: parliamo della compromissione dell’email aziendale dagli esiti spaventosi.
I criminali riescono a impadronirsi o falsificare un indirizzo email aziendale per ingannare dipendenti, fornitori o partner. In questo modo sarà possibile avere accesso a trasferimenti di denaro, dati sensibili o informazioni riservate. La vittima esegue la richiesta arrivata dall’account ufficiale, non c’è bisogno di installare malware: questa tecnica sfrutta l’ingegneria sociale e la fiducia tra colleghi o partner.
La soluzione? Bisogna formare in modo completo, e con continui aggiornamenti, i dipendenti che devono essere consapevoli delle principali tecniche di phishing e delle relative evoluzioni. Tipo la sua versione sneaky. Poi, dobbiamo utilizzare tool basati sull’intelligenza artificiale per monitorare anomalie nei comportamenti di invio email e applicare regole di doppia conferma sui processi finanziari critici.
Attacchi AI-Driven: minacce intelligenti
Anche in questo settore – quello dei cybercriminali, degli attacchi informatici e delle minacce digitali – arriva la forza dell’intelligenza artificiale. Oltre a essere la base per tante applicazioni virtuose, come ad esempio ChatGPT e Claude, questa tecnologia diventa fondamentale anche per attacchi AI-Driven per creare malware adattivi e campagne di phishing iper-personalizzate, capaci di ingannare i sistemi di difesa più avanzati.
Di cosa stiamo parlando esattamente? Gli attacchi AI-Driven sono attività informatiche malevole in cui i cybercriminali usano tecnologie di intelligenza artificiale per automatizzare l’attacco (ricognizione, intrusione, evasione), personalizzare i contenuti per ingannare le vittime e adattarsi in tempo reale ai sistemi di difesa.
Sembra uno scenario complesso, vero? In effetti è così ma possiamo fare qualcosa: affrontare il problema con le stesse risorse. Ad esempio, ci sono delle opzioni che permettono di integrare soluzioni di cybersecurity in grado di sfruttare AI e machine learning per l’anomalia detection. Altre due attività fondamentali: aggiornare frequentemente modelli di threat intelligence e implementare sistemi di autenticazione multifattore dinamica (MFA adattiva).
Strategie di difesa per gli IT Manager
Tante sono le strategie avanzate per contrastare un attacco malware. Quello che sappiamo è alla luce del sole: un approccio statico alla cybersecurity non è sufficiente. Non oggi. phishing evoluto, password cracking avanzato, social engineering automatizzato con i chatbot e malware intelligente non si fermano con un antivirus e un firewall.
Gli IT Manager, e tutte le figure adibite alla sicurezza informatica, dovranno adottare una strategia dinamica e multilivello. Questo significa lavorare sul piano della Zero Trust Architecture, monitoraggio continuo e threat hunting proattivo, sicurezza automatizzata, piani di risposta agli incidenti (IRP) aggiornati e testati. Come raggiungere questi obiettivi? Contattaci subito per avere una prima consulenza e mettere al sicuro la tua azienda.
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