In quest’ultimo anno abbiamo sentito parlare ormai quasi quotidianamente di videoconferenza e riunioni virtuali, nonché di comunicazioni VoIP.
Il Voice over IP, ovvero le conversazioni, la “voce” che viaggia sulla connessione Internet o su una qualsiasi altra rete di telecomunicazione che utilizzi il protocollo IP, e il Video Conferencing, che consente agli utenti, da luoghi diversi, di tenere riunioni virtuali mediante la combinazione di audio, video e dati, fanno riferimento a un mercato che, in questo particolare momento, sta vivendo una fase di forte dinamismo.
Con lo scoppio della crisi pandemica, a marzo del 2020, il mondo intero ha iniziato a guardare alle tecnologie IT quali strumenti da utilizzare quotidianamente per lavorare in modalità remote working, per la didattica a distanza e per fruire da remoto di tutta una serie di servizi, a cominciare da quelli medico-sanitari.
Strumenti che sono entrati a fare parte della nostra vita, dando origine a veri e propri trend tecnologici e dando nuovo impulso a specifici scenari di business. E, in questi scenari, il mercato del VoIP e della videoconferenza occupa un posto di rilievo.
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Mercato VoIP mobile in crescita
Nel nostro Paese, a partire dagli ultimi tre anni, il numero di aziende che è passato al VoIP è in crescita costante. E per un insieme di motivi. Innanzitutto per l’impulso che hanno registrato i settori della banda ultralarga e della fibra ottica.
E questo, in combinazione con l’aumento della diffusione della tecnologia Cloud. Tre fattori – questi – che, nel corso dell’attuale 2021, secondo gli analisti, incideranno ulteriormente sull’evoluzione del mercato Voice over IP, con vantaggi che includono scalabilità, qualità delle chiamate audio HD, messaggistica unificata e sistemi e servizi di videoconferenza su vari dispositivi come telefono cellulare, laptop, desktop e tablet.
In particolare, tra le tendenze che si sono consolidate a partire dall’ultimo anno – e che segneranno il futuro sviluppo del mercato – quella che vede il miglioramento della sicurezza, con un focus importante sulle misure di contrasto nei confronti di truffe e attacchi informatici ai danni dei servizi VoIP. Tra tali misure, la crittografia dei dati non costituisce più un optional, ma ormai un elemento sostanziale su cui basare la progettazione e l’upgrade dei sistemi di Voice over IP.
Di particolare interesse, per i dati emersi, il Report di Grand View Research sul mercato VoIP mobile a livello globale, la cui dimensione, stando alle stime, è stata valutata a 27,5 miliardi di dollari. E si prevede un incremento ulteriore, complici i prezzi di chiamata economici, la presenza di una solida infrastruttura di rete e la continua implementazione delle applicazioni social.
Negli ultimi cinque anni, ad alimentare lo sviluppo del mercato VoIP mobile – secondo i dati emersi del Report – sono stati l’aumento della penetrazione di smartphone sempre più compatibili con i servizi Voice over IP, oltre alla crescente popolarità di applicazioni user-friendly quali Skype, Viber, Line e WhatsApp, ed altri sistemi anche più professionali di videoconferenza via mobile che hanno, di fatto, trainato la domanda di servizi VoIP mobili.
Anche se la disponibilità limitata di reti ad alta velocità ha, in alcuni Paesi, sfidato l’espansione del settore. E ricordiamo che, in alcune economie, esistono ancora normative severe contro l’uso dei servizi VoIP: ad esempio, in Turchia, dove non è vietato, ma è strettamente regolamentato.
All’interno del segmento, si stima sia la messaggistica istantanea l’ambito in più rapida evoluzione, con un tasso annuo di crescita di oltre il 21% riferito all’arco di tempo 2016-2024. E sono la disponibilità diffusa di diversi dispositivi e piattaforme, la facilità d’uso e l’accessibilità a guidare la domanda di applicazioni di messaggistica vocale, le quali sembrano offrire all’utente un elevato livello di comodità rispetto alla messaggistica basata su testo, e di videoconferenza.
Nel Report di Grand View Research si legge, in particolare, che sarà il sistema operativo Android a dominare il settore del VoIP mobile, raggiungendo oltre 90 miliardi di dollari entro il 2024.
Ipotesi di traguardo che gli analisti attribuiscono alla sempre maggiore richiesta di smartphone con aggiunta di funzioni evolute, tra cui realtà aumentata, schermi flessibili e display olografici (soprattutto per la parte di videoconferenza).
E si prevede che sarà l’area Asia-Pacifico quella in più rapido potenziamento, grazie al costante incremento – a partire dagli ultimi cinque anni – del numero di abbonati in economie come India, Cina e Giappone. Per quanto riguarda, nello specifico, l’India, tale crescita è legata all’implemento degli investimenti nella diffusione di Internet ad alta velocità e a una più ampia disponibilità di applicazioni gratuite.
Spostandoci in Europa, il vecchio continente continua a rappresentare uno dei principali attori del progresso numerico del comparto, con una sempre più elevata penetrazione di Internet in tutti i suoi Paesi e, di conseguenza, con una sempre maggiore richiesta di piattaforme di comunicazione vocale istantanea.
Mercato videoconferenza: da qui al 2025 una crescita globale del 9,50%
La pandemia da Covid ha avuto un forte impatto, a livello mondiale, sui modelli di organizzazione e sulla gestione delle attività da parte delle aziende, che da un anno, ormai, consentono ai propri dipendenti di lavorare da casa, mettendo a loro disposizione le tecnologie necessarie per poterlo fare in modo agevole e produttivo.
Questo – unitamente alla crescente domanda di soluzioni di videoconferenza da parte di Istituti scolastici, Istituzioni, Enti governativi e Ministeri, per lezioni didattiche, riunioni, seminari e corsi – si è tradotto in un’impennata della domanda globale, sottolineano gli analisti della canadese MarkNtel Advisors nel Report 2020 sull’andamento del mercato della videoconferenza.
E le previsioni per l’arco di tempo 2020-2025 prevedono una crescita del mercato globale del 9,50%, stimolata, dunque, dalla necessità di incontrare e gestire la forza lavoro da postazioni remote, oltre che da una sempre maggiore globalizzazione del business e dai vantaggi dati da risparmio di tempo e di costi sugli spostamenti fisici da un luogo all’altro.
Andando più nel dettaglio, secondo il Report, sarà l’area Asia-Pacifico a registrare il tasso di crescita più alto nei prossimi anni. Mentre, per quanto riguarda gli Stati Uniti, sono la crescente adozione della videoconferenza nei settori Istruzione e Sanità, insieme al sempre più alto numero di fornitori di tecnologie e di startup in questo settore, i fattori chiave che contribuiscono alle alte performance di questo mercato.
Relativamente al settore sanitario, anche in Cina e – per quanto riguarda l’Europa – in Francia, è elevato l’utilizzo di soluzioni di videoconferenza per l’assistenza medica immediata da postazioni remote e servizi di telemedicina a pazienti malati cronici.
È, secondo i dati del Report, il segmento hardware quello che sta dominando il mercato, con, in particolare, sistemi di riconoscimento facciale integrati alle telecamere e microfoni dalla qualità audio più evoluta da parte dei player del settore.
Guardando ai prossimi anni, invece, in seguito all’aumento delle attività di business geograficamente distribuite, la richiesta da parte delle grandi aziende verterà sempre di più sull’adozione del Cloud, che – si stima – arriverà a dominare il mercato del Video Conferencing.
Il futuro della videoconferenza in Europa
In un’indagine realizzata da IDC – i cui dati riguardano aziende dell’Europa occidentale (da 2 a 1.000 e più dipendenti) impegnate nel settore pubblico, dei servizi finanziari, produzione, petrolio e gas, vendita al dettaglio, commercio all’ingrosso, trasporti, telecomunicazioni, media e servizi alle imprese – si guarda al futuro della videoconferenza in Europa, traendo spunto dai livelli di adozione da parte delle organizzazioni intervistate.
Il punto di partenza dell’analisi è dato da un aspetto importante rilevato dai dati: a causa dei livelli più elevati di lavoro a distanza determinati dalla pandemia da Covid, l’uso di tecnologie e di soluzioni di videoconferenza è aumentato, ma le aziende non stanno sfruttando appieno le sue potenzialità.
Questo perché – fanno notare gli analisti IDC – esiste ancora un divario tra la cultura del lavoro basata sulle precedenti modalità di organizzazione e l’ondata di adozione delle nuove tecnologie. E anche se la pandemia ha innescato il cambiamento, la cultura del lavoro non ha ancora raggiunto il punto di svolta.
In questa cornice, la videoconferenza rappresenta uno strumento per comunicare, anziché un mezzo per collaborare, co-creare e co-innovare.
Ma facciamo un passo indietro. Di flessibilità dell’orario di lavoro, nel vecchio continente, si discute da molti anni. La pandemia è stata un banco di prova, che ha contribuito a dimostrare che lavorare da casa può portare vantaggi concreti all’azienda e non solo al lavoratore.
Il 38% delle aziende che hanno preso parte all’indagine afferma che, ora, incoraggia il lavoro da casa e investirà nella spesa IT necessaria a renderlo possibile.
E il 59% afferma di ritenere ormai lo smart working una modalità di lavoro “permanente”, da includere nella politica delle Risorse Umane.
Ma che cosa accade ora? Dai dati raccolti, emerge che le aziende europee intervistate stanno sempre più investendo in soluzioni di videoconferenza, coerentemente con l’intenzione espressa di rendere il lavoro da casa una prassi.
Allo stato attuale, però, il dato prevalente parla di soluzioni di videoconferenza che presentano più funzionalità di quelle utilizzate dalle aziende e dai lavoratori. E questo perché la cultura del Video Conferencing è ancora nelle sue fasi iniziali.
Man mano che le dinamiche di gestione delle attività si allineano all’aumento delle istanze di lavoro a distanza e all’adozione di strumenti di Video Conferencing, le aziende inizieranno a stabilire una connessione tra questi strumenti e il raggiungimento di obiettivi aziendali a lungo termine.
Come osserva un intervistato che ha preso parte alla survey, la videoconferenza diverrà un mezzo rilevante quando si diffonderanno maggiormente nelle aziende tecnologie di ultima generazione quali l’Internet of Things. L’esempio da lui citato riguarda le immagini trasmesse da sensori installati all’interno di un sito minerario in modalità Video Conferencing e la capacità di prendere decisioni di gruppo in tempo reale – nonostante le distanze fisiche tra i lavoratori – sulla base dei dati video proiettati sugli schermi.
La videoconferenza, oggi, è dunque vista come uno strumento in grado di connettere le forze lavoro distribuite sul territorio, ma in futuro, mentre diventerà più radicata nel processo di comunicazione, verrà collegata a obiettivi e a risultati aziendali più ampi.
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