
L’Infrastructure as Code permette di gestire un’infrastruttura e tutte le sue componenti – quindi la rete, le macchine virtuali, i servizi di bilanciamento del carico e la topologia di connessione – in un modello descrittivo.
Come è possibile?
Grazie a un approccio che sfrutta il tipo di controllo delle versioni usato dal team DevOps per il codice sorgente.
Una soluzione che consente di generare lo stesso ambiente ogni volta che il modello come codice viene applicato.
L’infrastruttura così configurata comporta numerosi vantaggi e semplifica profondamente il lavoro del team tecnico e i processi di distribuzione.
Analizziamo ogni dettaglio in questo articolo.
Indice dei contenuti
Cos’è l’Infrastructure as Code?
L’Infrastructure as Code, o IaC, indica l’approccio alla configurazione di un’infrastruttura tramite codice anziché attraverso processi manuali.
La gestione, quindi, avviene come se si trattasse di un software – per questo l’infrastruttura è definita programmabile – e si compie in un modello descrittivo.
Perché è stato sviluppato questo tipo di approccio?
Il motivo principale è che serviva una soluzione al problema della deriva dell’ambiente nella pipeline di versione: la IaC permette ai programmatori di gestire l’infrastruttura nel suo insieme, senza dover configurare singolarmente le impostazioni degli ambienti di distribuzione.
Ogni ambiente avrebbe infatti caratteristiche differenti e le incoerenze potrebbero causare dei problemi nel processo di distribuzione.
Inoltre richiederebbero complessi processi manuali non del tutto affidabili e difficoltosi da monitorare.
In un’Infrastructure as Code i file di configurazione semplificano quindi la distribuzione e le eventuali modifiche, garantendo la ripetibilità del provisioning dello stesso ambiente.
Questi file sono sottoposti al controllo della sorgente, esattamente come gli altri file di codice sorgente software.
In questo modo l’infrastruttura basata sul codice consente una suddivisione in componenti modulari che, grazie all’automazione, possono essere connessi tra loro in vari modi.
Automatizzando il provisioning dell’infrastruttura, il team tecnico non deve così più occuparsi delle attività di provisioning e di gestione dei sistemi operativi, del server e dello storage.
Tutti i principali vantaggi
Come già abbiamo anticipato, l’Infrastucture as Code è innanzitutto un modo per automatizzare i processi affidandosi al codice, evitando di dover eseguire attività manuali e risparmiando così tempo, denaro e risorse.
Non è più necessario configurare e aggiornare gli hardware singolarmente e a livello fisico, ma si possono distribuire diverse macchine virtuali come se fossero dei programmi, sfruttando lo stesso set di codice e creando un’infrastruttura elastica, scalabile e ripetibile.
L’infrastructure diventa così più veloce e si può fare affidamento sulla virtualizzazione, ricorrendo al Cloud Computing e ai container.
In questo modo è più facile limitare e ridurre gli errori ed è possibile eseguire dei test in ambienti ad hoc per verificare il corretto funzionamento delle applicazioni nelle prime fasi del ciclo di sviluppo.
Ma non solo: una IaC può fornire ambienti stabili e su larga scala con grande velocità, assicurando la massima coerenza tra gli ambienti ed eseguendo il tutto in maniera automatizzata.

Velocità e consistenza
Basandosi su un’infrastruttura come codice, la configurazione risulta essere molto più rapida, perché si esegue seguendo uno script.
Questo procedimento si può applicare a ogni tipo di ambiente, rendendo più agile lo sviluppo dell’intero ciclo di vita del software.
Eliminando i processi manuali si possono inoltre evitare gli errori umani – frequenti e imprevedibili – e contare su una configurazione totalmente affidabile e priva di discrepanze.
Beneficiando non solo di grande velocità, ma anche di una profonda consistenza.
Responsabilità ed efficienza
Eseguendo la versione dei file di configurazione IaC come se fossero normali file di codice sorgente, si ha una completa tracciabilità delle modifiche subite da ciascuna configurazione.
Si può individuare senza dubbi quando è stato fatto cosa e da chi, avendo pieno controllo e totale responsabilità dell’infrastruttura.
In più, con un’infrastruttura come codice, le architetture possono essere distribuite in diverse fasi, rendendo il ciclo di vita dello sviluppo del software più efficiente e produttivo.
E si può raggiungere la massima efficienza trasferendo infrastruttura e codice in produzione in un solo passaggio al momento della distribuzione.
Infrastructure as Code e DevOps
Infrastructure as Code e DevOps sono strettamente connessi e si può considerare IaC come la componente necessaria per l’adozione della metodologia DevOps.
È sempre più difficile, infatti, distinguere tra il codice di configurazione di un’infrastruttura e codice con cui eseguire le applicazioni ed è di conseguenza complesso distinguere tra sviluppatori e responsabili delle operazioni.
IaC è fondamentale per adottare la pipeline di integrazione e distribuzione continua (CI/ED) e consente agli sviluppatori di ridurre il lavoro di provisioning, dovendosi semplicemente basare su uno script per rendere l’infrastruttura operativa.
Con il metodo CI/CD si può contare su automazione costante e monitoraggio continuo per tutto il ciclo di vita delle applicazioni, dalle fasi di test al deployment.
Per evitare discrepanze e incoerenze, i team di IaC e di DevOps devono allinearsi, distribuendo le applicazioni e configurando gli ambienti con le medesime modalità.
Un procedimento relativamente facile grazie all’Infrastructure as Code, che permette alle due parti di ricorrere alla stessa descrizione per il deployment dell’applicazione, favorendo così un approccio DevOps.
Con IaC, inoltre, è possibile applicare all’infrastruttura le migliori procedure di DevOps, che può così fare riferimento alla stessa pipeline di CI/CD usata dalle app durante lo sviluppo software, affidandosi agli stessi test e controlli.
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