Il provisioning è un termine ormai molto frequente nel mondo delle telecomunicazioni e indica una risorsa irrinunciabile che consente di lavorare con agilità garantendo operatività costante.
Quali caratteristiche lo contraddistinguono? In che tipologie si può suddividere?
Vediamo in questo articolo ogni dettaglio.
Indice dei contenuti
Cosa si intende per provisioning?
Il provisioning è un processo che consente di eseguire diverse attività automatizzate, tra cui spicca la possibilità di allocare le risorse del computer o delle telecomunicazioni in seguito a un cambio nell’attività dell’utente.
Gioca un ruolo fondamentale nel campo delle telco perché può configurare i dispositivi hardware e software per attivare i servizi per un cliente.
Con il provisioning, infatti, si può accedere da remoto ai dati e alle tecnologie, cercare i dati protetti e concedere le autorizzazioni a numerosi database di rete e applicazioni tramite un processo di identità univoco.
Si possono controllare i processi per la protezione dei privilegi degli accessi e aumentare così il livello di sicurezza e privacy nei device personali come computer, smartphone, tablet o cercapersone.
Grazie a questa tecnologia si può quindi garantire l’installazione automatica di particolari software rendendo l’ambiente pienamente operativo e assicurando la disponibilità dell’intero ambiente.
Così facendo diminuiscono le configurazioni usate durante il trasferimento di informazioni e si riduce la quantità di abuso al sistema.
In generale il provisioning ha potuto svilupparsi grazie alla diffusione di DevOps ed è oggi un elemento fondamentale negli ambienti di produzione e sviluppo, capace anche di creare strutture complesse in stretto contatto con le tecniche di Intelligenza Artificiale (AI).
Per questo per molte aziende rappresenta un elemento imprescindibile per l’ottimizzazione dell’ambiente IT e per la trasformazione digitale del business.
Come funziona?
Perché il provisioning funzioni è necessario innanzitutto che i device sappiano dove trovare le informazioni per la propria configurazione.
Serve quindi che qualcuno – tramite uno strumento remoto o locale – comunichi ai diversi device dove è possibile cercarle.
Qual è il processo con il quale è possibile reperire tale informazione?
Ce ne sono diversi:
- Servizio RPS: i server proprietari devono comunicare l’indirizzo dove è possibile scaricare la configurazione. Si tratta di servizi Cloud già configurati di default e messi a disposizione degli utenti dai produttori.
- Servizio PNP: si occupa di scansionare la rete in modalità broadcast per trovare eventuali server.
- DHCP: tramite un’opzione definita – la 66 – il servizio che fornisce l’IP al dispositivo può indicare dove trovare i dati per la configurazione.
- Manuale: l’amministratore di sistema si collega all’interfaccia web del dispositivo e manualmente imposta il server di provisioning.
Tutti i principali vantaggi
Perché un’azienda dovrebbe affidarsi al provisioning? Quali sono i vantaggi che concretamente derivano dall’uso di questa tecnologia?
Ecco i principali:
- Permette di configurare in automatico un dispositivo – come un telefono o un computer – riducendo al minimo i tempi di configurazione e attivazione.
- Supporta e agevola la distribuzione di un numero elevato di device, consentendo il deploy di numerosi apparecchi differenti.
- Evita di dover incontrare in loco fisicamente i clienti ogni volta che un nuovo dispositivo deve essere installato.
- Se è necessario recarsi da un cliente di persona, comunque si riducono drasticamente i tempi necessari per procedere all’installazione.
- La gestione diventa centralizzata e remota, anche da centralino VoIP in Cloud.
- È più facile aggiornare i dispositivi e provvedere alla manutenzione. Inoltre nel caso in cui sia disponibile un firmware più recente, l’aggiornamento avverrà in automatico senza bisogno di intervenire.
- La sicurezza delle comunicazioni è garantita poiché il provisioning fa uso di protocolli crittografati.
- È una risorsa essenziale per rispettare le scadenze e controllare i costi operativi.
Provisioning vs deprovisioning
Parlando di sistemi di provisioning non si può non soffermarsi anche sul concetto di deprovisioning.
Di cosa si tratta?
È una tecnologia che funziona al contrario del provisioning e consente a un amministratore di sistema di togliererisorse e privilegi agli utenti di una rete e a chi può accedervi da remoto (per esempio i fornitori).
Consente quindi di impedire gli accessi a chi non è più autorizzato e si rivela particolarmente utile nel caso in cui non è più necessario che un utente svolga determinate attività, solitamente in seguito alla cessazione di un contratto lavorativo, al cambio di mansione o all’allontanamento di un dipendente.
In questo caso ci si assicura che le credenziali e le risorse non vengano sfruttate abusivamente o per secondi fini, garantendo un alto livello di sicurezza.
Eseguire manualmente il deprovisioning può essere rischioso, perché è facile dimenticarsene o lasciarsi sfuggire alcuni privilegi: per questo è consigliabile automatizzare il processo, in modo da ridurre il margine di errore e liberare le risorse IT.
Il deprovisioning, così come il provisioning, assume quindi un’importanza strategica non indifferente e supporta un’azienda per rispettare con precisione i termini dell’Identity Access Governance.
Le diverse tipologie di provisioning
Si possono individuare quattro tipologie specifiche di provisioning, eccole nel dettaglio:
- Provisioning del server: si configura il server su una rete a seconda delle risorse che vengono richieste. Comprende tutte le operazioni necessarie per creare una macchina funzionante e definisce lo stato desiderato del sistema. Include l’installazione e la configurazione del software e prevede che l’hardware sia configurato in un data center con lo scopo di archiviare, elaborare o distribuire i dati in sicurezza.
- Provisioning utente: gestisce le identità e monitora i privilegi e i diritti di accesso. Offre servizi di messaggistica e consente di accedere a una rete o a un database. È solitamente gestito da persone fisiche che si affidano alle risorse IT.
- Provisioning di rete: configura l’accesso alle reti per il server, gli utenti e i container. Consente quindi il collegamento al servizio stesso e può richiedere l’implementazione dell’ambiente wireless. È il tipo di provisioning più frequente nel campo delle telecomunicazioni.
- Provisioning di servizi: crea i servizi e ne gestisce i dati. È molto usato dalle telco per offrire il servizio clienti e l’infrastruttura Cloud (che può essere presentata anche come una piattaforma ospitata da provider di terze parti). Questo servizio è a disposizione degli utenti tramite una rete Internet.
Automatizzare il provisioning
Nei primi anni di diffusione e utilizzo di questa tecnologia, il provisioning veniva eseguito manualmente installando fisicamente i server e configurando ogni impostazione per determinare i diversi parametri.
Se si volevano aggiungere nuove funzionalità, era necessario acquistare nuovi hardware o ordinarli attendendone la consegna.
Per fortuna oggi sono stati fatti grossi progressi e il processo può contare su grande automazione:
l’infrastruttura è sostanzialmente software e grazie ai container e a un ambiente virtuale le attività sono più efficienti e veloci.
Bisogna infatti tenere conto che l’infrastruttura è sempre più virtuale, nonché predisposta per ogni nuovo sviluppo, di conseguenza la capacità degli ambienti aziendali è aumentata notevolmente.
Eseguire manualmente il provisioning può rivelarsi un processo molto lungo e con un alto margine di errore e tenere traccia di ogni modifica risulta estremamente complicato.
È necessario eseguire il provisioning con frequenza e non è facile avere il pieno controllo di tutte le versioni.
Per questo l’automazione diventa essenziale per ottimizzare lo sviluppo e l’implementazione di un’applicazione.
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