
L’iperconvergenza è una soluzione che ha fatto il suo ingresso nel mercato dell’IT come risposta a esigenze di flessibilità e scalabilità dei sistemi informativi a costi accessibili e senza complessità di gestione.
Reinterpreta il concetto di hardware e software e propone un nuovo modello di infrastruttura che punta sulla virtualizzazione e la condivisione.
Approfondiamo meglio di cosa si tratta, dove si applica e quali sono i vantaggi e gli svantaggi.
Cos’è l’iperconvergenza?
L’iperconvergenza è una infrastruttura IT definita da un software che virtualizza tutte le risorse tipiche di un sistema IT – ossia server, storage e network – che girano a livello di software su un hardware di tipo commerciale (server x86) a basso costo.
A differenza di una infrastruttura convergente, dove le risorse vengono implementate fisicamente e quindi a livello di hardware, nei sistemi iperconvergenti i componenti SAN (Storage Area Network) e le astrazioni storage sottostanti sono implementate virtualmente nel software (all’interno o tramite l’hypervisor in un ambiente federato e condiviso).
Per questo quando si parla di iperconvergenza da un punto di vista tecnico, il primo elemento a cui pensare è il software, nonostante si stia parlando di appliance hardware e possa così sembrare paradossale.
Tutto, infatti, è iniziato con le cosiddette infrastrutture IT software-defined, definite dal software anziché dall’hardware proprio come i vecchi sistemi discreti.
In altre parole, quando ci si chiede cos’è l’iperconvergenza, la risposta più immediata è una infrastruttura IT concentrata in una architettura software dove convergono le risorse di elaborazione/calcolo (server), l’archiviazione dei dati (storage), i sistemi di rete (networking), la virtualizzazione e la gestione.
Come funziona l’iperconvergenza
Come già anticipato, le infrastrutture iperconvergenti si differenziano dai sistemi convergenti perché sono caratterizzate dalla convergenza delle operazioni/risorse dei sistemi hardware all’interno di un unico ambiente software (l’hypervisor), da qui il termine e significato di iperconvergenza.
I sistemi iperconvergenti, quindi, sfruttano l’intelligenza del software per eseguire tutte le risorse IT su un’unica infrastruttura server e gestirle poi in modo rapido e semplificato da un unico punto (la stessa architettura software che definisce le risorse virtualizzate e che diventa il sistema di gestione dell’IT).
Entrando più nel dettaglio, però, quali sono le sostanziali differenze tra la convergenza classica e i sistemi iperconvergenti?
L’iperconvergenza è un modello più raffinato che nasce dal concetto di infrastruttura convergente.
Le infrastrutture convergenti, infatti, sono costituite da componenti progettati e ottimizzati per operare in maniera integrata e sono dotati di forma di integrazione anche fisica quando si tratta di appliance.
Con questo tipo di approccio un fornitore consegna un insieme pre-configurato di hardware e software in un singolo chassis con lo scopo di minimizzare i problemi di compatibilità fra differenti componenti e semplificare la gestione delle infrastrutture stesse.
L’iperconvergenza, invece, è un’infrastruttura software-defined che separa le operazioni dell’infrastruttura dall’hardware di sistema facendole convergere a livello di hypervisor in un singolo blocco.
I sistemi iperconvergenti utilizzano l’intelligence software-defined per abbattere i silos di storage ed elaborazione eseguendoli e gestendoli sulla stessa infrastruttura server.
Si crea così una sorta di infrastruttura unica e chiavi in mano in grado di supportare nuove distribuzioni senza dover mettere insieme nuovo hardware ma aumentando le risorse in modo dinamico.
Si agisce solo a livello di software e vengono integrate tutte le risorse virtualizzate: un approccio che facilita la scalabilità sia in-house sia verso risorse e ambienti in Cloud.
Iperconvergenza: perché adottarla in azienda
Perché un’azienda dovrebbe convincersi oggi ad adottare una hyperconverged infrastructure?
Il motivo principale è sicuramente l’esigenza di trovare una soluzione con cui ottenere flessibilità dei sistemi e semplificazione della loro gestione.
I vantaggi che un’infrastruttura di questo tipo può offrire, tuttavia, sono numerosi ed esistono quindi altri importanti driver che spingono all’acquisto dei sistemi iperconvergenti.
I principali sono:
- Necessità di dotarsi un sistema scalabile sulla base di variabili esigenze di elaborazione, come un aumento del traffico sul sistema o il lancio di una possibile nuova applicazione.
- Risolvere problemi di incompatibilità della propria infrastruttura e complessità legate all’integrazione dei sistemi.
- Facilitare il compito di chi si occupa dell’IT e gestisce le infrastrutture (diminuendo i costi di manutenzione).
- Preservare l’integrità e la sicurezza dei dati garantendo continuità dei servizi e ottima gestione del disaster recovery.
- Rispondere con agilità a mercati sempre più volatili, incerti e veloci con sistemi dinamicamente configurabili.

Quali sono i vantaggi? Facciamo un’analisi
Optare per l’iperconvergenza significa gestire in modo semplice un’infrastruttura complessa, velocizzare i carichi di lavoro virtualizzati e al contempo ridurre la complessità di gestione delle risorse, migliorando l’efficienza operativa dell’IT con conseguente riduzione dei costi complessivi (in particolare quelli per la manutenzione e la gestione delle infrastrutture).
La gestione centralizzata delle risorse virtuali, inoltre, offre vantaggi che vanno dalla riduzione delle attività più complesse alla flessibilità e l’agilità dei sistemi che possono scalare in modo molto rapido.
Volendo quindi riassumere i vantaggi di un sistema iperconvergente, i più evidenti sono:
- Velocità:l’implementazione dei sistemi è possibile in poco tempo potendo contare su sistemi pre-configurati.
- Efficienza: semplice scalabilità verticale con blocchi modulari e sistemi infrastrutturali integrati. Questi notevoli vantaggi in termini di scalabilità portano con sé anche un modello di business basato sul pay as you grow, per cui basterà aggiungere un ulteriore blocco che sarà automaticamente letto e reso compatibile con l’infrastruttura iniziale.
- Semplicità: nessuno specialista Cloud necessario ma solo un’unica piattaforma di gestione tipicamente dotata di interfacce user-friendly.
- Riduzione dei costi: utilizzando un’unica e semplice interfaccia di gestione i tempi di implementazione sono notevolmente ridotti.
- Supporto: un’infrastruttura integrata fornita da un singolo vendor evita i Finger Points tra vendor.
- Affidabilità e security: rispetto a un’infrastruttura tradizionale il backup, il recupero dei dati e il disaster recovery risultano più efficienti grazie alla possibilità di reagire velocemente tramite il pannello centrale di amministrazione. La chiave è la sicurezza centralizzata data dagli hypervisor che offrono protezione dell’apparato e scudi di protezione per le macchine virtuali, in modo da aggiungere più livelli di protezione per i componenti di virtualizzazione.
Gli svantaggi dei sistemi iperconvergenti
Al netto dei numerosi benefici, però, è corretto specificare che affidarsi all’iperconvergenza comporta anche qualche insidia e svantaggio.
Innanzitutto bisogna ricordare che non tutti i sistemi sono scalabili nella stessa maniera: i sistemi iperconvergenti, di solito, identificano automaticamente le nuove risorse, ma può succedere che il sistema necessiti l’implementazione di un’unica risorsa e non tutte insieme.
In certi casi l’iperconvergenza non permette di scalare le risorse singolarmente e bisogna ricorrere a maggiori investimenti economici, di spazio e di energia.
Inoltre non è raro che un’azienda debba sostenere i costi anche di risorse non utilizzate, ritrovandosi a pagare il pacchetto completo nonostante necessiti solamente di alcune delle risorse comprese.
Un altro svantaggio di cui tenere conto riguarda il consumo di energia, che supera di gran lunga il livello di consumi di un’infrastruttura tradizionale richiedendo attrezzature adeguate e pronte in futuro ad accogliere sempre più risorse.
Infine, quando si implementano dei sistemi iperconvergenti in un Cloud ibrido, bisogna assicurarsi che il provisioning e la gestione dei workload e dei sistemi non creino problemi di compatibilità e continuità, funzionando in maniera fluida e migrando tra gli ambienti con agilità.
I campi di applicazione dell’iperconvergenza
In quali settori l’iperconvergenza si rivela una soluzione particolarmente efficace e di successo?
Uno degli ambiti applicativi più interessanti che traina la crescita del mercato dell’iperconvergenza è rappresentato sicuramente dal Data Management.
A guidare il mercato dell’Enterprise Data Management, infatti, sono di solito esigenze quali la riduzione del TCO, il controllo dei costi complessivi della proprietà dei dati e le sfide che le aziende devono ormai affrontare sul fronte della gestione dei dati quale elemento critico per la Business Continuity.
Se pensiamo dunque al Data Management come l’insieme degli strumenti fondamentali per assicurare disponibilità, accesso, distribuzione e governo dei dati – lungo tutti i livelli e le infrastrutture tecnologiche aziendali, siano essi nel Data Center dell’organizzazione o distribuiti in Cloud – è abbastanza intuibile il ruolo (e il valore) delle infrastrutture iperconvergenti in questo quadro.
Per questo se guardiamo i driver che spingono il mercato dei sistemi iperconvergenti troviamo:
- Riduzione del TCO, delle spese in conto capitale e delle spese operative, anche e soprattutto in progetti di consolidamento dei Data Center.
- Migliore e più efficiente gestione dei sistemi a supporto del Data Management.
- Agilità di recupero nei casi di emergenza.
Chi sceglie un sistema iperconvergente, quindi, lo fa perché cerca una migliore efficienza operativa, scalabilità, tempi di implementazione accelerati e gestione semplificata dei sistemi a supporto dei dati e della Data Management.
Un altro campo applicativo in cui spicca l’iperconvergenza è la protezione dei dati, da sempre un elemento critico delle infrastrutture IT e dei Data Center.
Grazie a infrastrutture come l’HCI – Hyper Converged InData Managementfrastructure (infrastrutture iperconvergenti), infatti, è possibile superare le difficoltà di governance integrando Data Protection, Backup e Disaster Recovery direttamente nel sistema in modo nativo.
Oltre a funzionalità di analisi e monitoraggio che consentono di avere sempre sotto controllo l’intera infrastruttura.
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